Smartphone e Genitori

Sintonizzazione affettiva nell’era degli Smartphone

Smartphone e Genitori
Smartphone e Genitori

Quante volte al giorno , scattiamo foto con il nostro smartphone, ai nostri figli? Chi di noi , non ne ha mai scattata una? Ebbene si..che male c’è?! Il suo primo bagnetto..i suoi primi passi … quel vestito che gli sta d’incanto e cosi via …
Tutti gli attimi, sarebbero da immortalare. Fotografarli e rivederli in qualsiasi momento … ma la riflessione che faccio è …. Sono davvero tutti da immortalare..o sono tutti da vivere??Pensiamo al momento esatto in cui scattiamo una foto al nostro bambino. Tra il nostro sguardo e il suo, non c’è contatto. I nostri occhi e i nostri sguardi, sono slegati e separati da un apparecchio rettangolare. Sembra una sciocchezza … ma immaginiamo una giornata intera, in cui  ogni volta che nostro figlio/a, ci sorprende e ci emoziona; e  piuttosto che sintonizzarci sulla sua emozione con il nostro sguardo che lo ammira e sostiene, perdiamo il contatto oculare, andiamo alla ricerca del cellulare e tac!!…foto o video..tra i nostri occhi e i suoi, invece di un’esperienza intersoggettiva, ci piazziamo un telefono …. Ogni volta.

Riflettevo su queste interruzioni di contatto … quando queste interruzioni divengono abitudinarie. Quando il bambino non trova durante le sue esplorazioni curiose e gioiose, la possibilità di “Essere-con” l’adulto, ma diventa troppo spesso una sorta di burattino osservato e documentato.

Riflettevo su come le figure di attaccamento diventino allora irraggiungibili.

Sono lì, eppure non sono connesse.

Facciamo un esempio. Normalmente, quando un bambino scopre un nuovo oggetto o fa una nuova esperienza, inizia a sorridere alla madre, mentre è in contatto oculare con lei. In questo modo, egli fa esperienza dei propri atti motori legati al sorriso, ai movimenti di braccia e gambe che lo accompagnano, del feedback propriocettivo di questi movimenti e delle sensazioni di gioia. Contemporaneamente, vedrà, come parte dello stesso momento, il viso della mamma e il suo sguardo di rimando, segno di potenziale coinvolgimento e si aspetterà un sorriso.

L’interazione così, fatta di momenti interattivi ripetuti, fondati sul rispecchiamento affettivo, rende gli eventi prevedibili, riconoscibili al bambino, e permette la continuità dell’esperienza e dunque dell’Essere.

Quando invece le figure di attaccamento sono sistematicamente distratte, si verificano quelle che Stern definisce sintonizzazioni inautentiche. Si tratta di risposte legate alla comunicazione non verbale e verbale,  che avvengono in modo automatico, senza che la mamma sia emotivamente coinvolta: non c’è contatto oculare, non c’è vicinanza fisica.

Dove va a finire allora il bisogno di contatto del bambino?

Il bambino prova a ricontattare la mamma, ovvero in tutti i modi cerca di riportarla nell’interazione..la chiama più volte, la tira per un braccio … insomma cerca un po’ di “rianimarla”, ma se fallisce ripetutamente  in questi tentativi, cercherà altrove altri stimoli, per soddisfare il suo interesse per il mondo.

Scrive Donald Winnicott “Il precursore dello specchio è la faccia della madre, in cui il bambino vede se stesso”.

Nella vita di tutti i giorni, ci sono delle fisiologiche interruzioni nella relazione madre- bambino. Ci sono momenti in cui la mamma non può rispondere immediatamente alla richiesta di condivisione del proprio figlio o della propria figlia, quando è per esempio in bagno, quando si sta allacciando le scarpe, quando si sta mettendo il rossetto per uscire e in tante possibili occasioni in cui sta portando avanti un’azione. Ed è normale che sia cosi … eppure la mamma può far sentire di esserci, per esempio comunicando un semplice “sono qua, arrivo!” . Il bambino non si sentirà solo, ma imparerà anche a tollerare l’arrivo della sua mamma, perchè la sente nella relazione.

E’ importante fare attenzione al fatto che queste interruzioni del contatto oculare e della sintonizzazione affettiva, non si verifichino sistematicamente nella relazione.

Alcuni momenti vanno vissuti insieme, e non osservati . Essi sono alla base della memoria implicita relazionale. Sono alla base del NOI.

Meglio questa di memoria piena di ricordi, piuttosto che la Ram del cellulare..no?

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